Il Madagascar è una destinazione fantastica per chi ama gli sport acquatici, ma non solo.
Ecco le attività sportive assolutamente da provare.
Nella pagina Sport trovi le schede tecniche delle attività sportive e se vuoi ricevere itinerari personalizzati che includano queste attività, scrivimi. Ti preparerò un programma di viaggio in loco che rispecchi i tuoi desideri e la tua preparazione fisica.
Trekking, hiking e camminata nordica: in tutta l’isola si possono fare escursioni giornaliere o di più giorni, con la possibilità di accamparsi e vivere la natura dell’isola, vicino ai suoi abitanti. Tra i percorsi più spettacolari ci sono quelli che partono dai labirinti del Makay o quelli che collegano il lago Alaotra alla costa est. Sulle 12 colline che circondano Antananarivo, dimenticate la civilizzazione e fate un’escursione con accampamento nel Parco di Masaola. Per i più esperti ci sono trekking in mezzo alle montagne fino al picco del Boby, o a quello del Marojejy, tra la foresta e il mondo minerale.
Surf: il Madagscar è una delle destinazioni migliori al mondo per il surf, e non solo per le onde da sogno e l’acqua a 28°C di fronte a spiagge di sabbia bianca. Provate gli spot di Mahambo (nel nord di Toamasina) o di Lavanono (nell’estremo sud del paese), di Fort Dauphin dove l’acqua va dai 23 ai 25°.
Tutta la costa Est è ricca di buoni spot ma, per i più esperti c’è lo spot a nord di Sambava (sulla foce del fiume).
Kitesurf e il windsurf: grazie a un vento continuo che soffia lungo le coste del Nord dell’isola, qui troverai tutto l’anno un paradiso se ami questi sport. Potrai volare in zone lontane dal turismo di massa e ammirare la magia della natura. I punti migliori dove fare kite e windsurf sono nella baia di Sakalava perché è uno dei più sicuri (con un vento side-on che ti porta rapidamente nella baia), dove la stagione migliore va da marzo a ottobre con l’aliseo del Sud-Est che soffia costantemente. Un altro paradiso per kite e windsurf è la baia di Babaomby, dove Oceano Indiano e il Canale del Mozambico si incontrano. Viene chiamata anche Mare di Smeraldo ed è una delle più belle lagune del mondo. La stagione del vento è da fine marzo a fine novembre.
Catamarano, barca a vela, dau (tipica imbarcazione malgascia), canoa: scoprire la natura del Madagascar ti lascerà a bocca aperta, qualunque mezzo utilizzi. Le dau, in particolare, sono barche di origine araba provenienti da una favola delle Mille e una notte. Il Canale del Mozambico è il luogo ideale per trovare acque calme, la costa Nord Ovest, intorno a Nosy Be, è ricca di arcipelaghi (Mitsio, Radama) e baie profonde che sono luoghi privilegiati per navigare. La parte più meridionale della costa Ovest permette di scoprire grandi lagune o coste selvagge ricche di villaggi di pescatori nei dintorni di foreste acquatiche di mangrovie. Ogni tanto faranno una sosta per permettervi di immergervi o fare snorkeling.
Immersioni: uno dei Paesi con maggiore biodiversità al mondo non potrà che regalarti emozioni incredibili sott’acqua, se il tuo sogno è nuotare con le tartarughe, le mante, pesci corallo, ma anche grandi cetacei. Uno dei più bei siti di immersione è la foresta di Gorgonie. Qui puoi nuotare tra gorgonie e animali marini di tutti i tipi in un’atmosfera fuori dal comune. Per gli amanti dei relitti, il Madagascar offre quattro relitti di barche di piccola e media dimensione ricoperti di coralli e abitati da migliaia di pesci: grosse limacce, cernie, mante pastinache, mante chitarra, platax, etc. Ma c’è anche pane per i più temerari: al largo di Nosy Be puoi osservare squali balena, squali a coda nera, squali grigi oppure squali martello etc.
Quad, moto, buggy: da un’escursione a un raid di qualche settimana, in Madagascar non mancano piste ideali per i fuoristrada. Questo è il modo ideale per esplorare le regioni pittoresche del Madagascar e di ammirare i suoi splendidi paesaggi. Durante il percorso ti fermi per nuotare, visitare un villaggio, fare un’escursione in barca, … Un modo divertente e utile di fare fuoristrada in Madagascar è partecipare al “Lemur Trophy”. Questo evento si svolge una volta all’anno e prevede di partecipare insieme a organizzazioni di volontariato che trasportano doni e delle attrezzature da portare alla popolazione.
Inotre in Madagascar puoi fare kayak nei parchi marini, tarzaning, arrampicata, parapendio, speleologia, canyoning, rafting, … in un ambiente naturale ricchissimo.
Il Madagascar è il paradiso per gli sport d'acqua
Ecco alcune delle esperienze uniche ed emozionanti che potresti vivere in questa destinazione:
Whale watching: ogni anno da giugno a settembre, le megattere migrano al largo delle coste per accoppiarsi e partorire. È uno spettacolo incredibile osservare questi impressionanti mammiferi marini che arrivano a centinaia, dopo aver percorso migliaia di chilometri. Potresti assistere ai rituali di corteggiamento dei maschi che saltano fuori dall’acqua o sbattono le pinne. Oppure potresti essere così fortunato da assistere alla nascita di una balenotta e alle sua prime lezioni di vita con la mamma. Nel frattempo potresti vedere numerose specie di delfini che saltellano dentro e fuori dall’acqua. I vari cetacei si possono osservare soprattutto lungo la costa dell’isola di Sainte Marie, la baia d’Antongil e di Nosy Be, ma anche lungo le coste di Tamatave, Fort Dauphin, Tulear e Majunga, la baia d’Antogil. L’osservazione viene fatta in un contesto protetto, grazie ad associazioni che hanno stilato regole di comportamento per l’osservazione responsabile e rispettosa dei mammiferi marini in Madagascar.Questi cetacei sono perfino celebrati con un festival dedicato che si tiene a luglio a Nosy Boraha, sull’isola di Santa Marie.
Nuotare con lo squalo balena: può raggiungere i 15 metri di lunghezza, ha gli occhi sui lati e il corpo di colore bruno cosparso di piccole “lentiggini” ed è assolutamente inoffensivo. Nuotare con questo colosso del mare è un’esperienza da non perdere. Anche per nuotare con lo squalo vanno rispettate le norme di condotta responsabile.
Conoscere usi e costumi delle tribù locali e, dove possibile, viverli con loro: i principali gruppi etnici del Madagascar sono i Vezo, i Mikea e i Zafimaniry.I Vezo hanno uno strettissimo legame con il mare, che per loro è fonte di sostentamento. Usano una canoa tipica, di origine indonesiana, attorno alla quale ruota tutta la loro vita.I Mikea vivono nascosti nella foresta spinosa del Madagascar sud-occidentale. Raccolgono miele, vanno a caccia e barattano tabacco e altri prodotti. Credono in un Dio creatore, o “Zanahary”, e alla presenza di una mente trascendente.I Zafimaniry vivono nelle foreste millenarie di palissandro e altri legni pregiati a est di Ambositra. Hanno una notevole capacità di tagliare e lavorare il legno. Creano infatti splendidi motivi geometrici che decorano la maggior parte degli oggetti e superfici creati da loro: abitazioni, pareti, finestre, colonne, travi, sgabelli, cassapanche, strumenti, sculture. La loro arte è infatti patrimonio immateriale mondiale Unesco.
Giocare con i camaleonti: qui in Madagascar ce ne sono di tantissime varietà, anche uniche al mondo. Infatti la metà della totalità dei camaleonti dell’intero pianeta è endemica. Se vuoi vedere il microscopico Brookesia Micra, devi visitare il Parco Nazionale della Montagna d’Ambra. Il Parco nazionale di Andasibe-Mantadia è forse il luogo più conosciuto per l’osservazione dei camaleonti. Nel Parco Nazionale di Ranomafana invece vivono i più colorati. Ti consigliamo di visitare i parchi con una guida perché loro sono in grado di scorgerli anche se sono mimetizzati 😉
Ammirare i baobab, simbolo indiscusso della biodiversità unica del Madagascar: delle otto specie di baobab esistenti al mondo, sei crescono solamente in Madagascar. I baobab sono considerati sacri in molti Paesi africani e il loro taglio è ritenuto un sacrilegio. Una leggenda narra che gli Dei, invidiosi della bellezza e maestosità dei baobab, abbiano tentato di offuscarne lo splendore mettendoli a testa in giù, con le radici per aria. In molte aree del Madagascar i baobab sono venerati come fady e si crede che siano dimora degli spiriti degli antenati. Fatevi raccontare da una guida una delle numerose leggende e credenze su questi alberi maestosi.
Fare un giro sul pousse pousse, il risciò malgascio: cambia per tipologia da città a città ma è sempre caratterizzato da colori molto vivaci, con disegni che a volte sembrano opere d’arte. Del pousse pousse fanno uso praticamente tutti, specialmente nella città di Antsirabe che ne è oggi considerata la capitale, ma anche altre città principali del Madagascar come Mahajanga e Toliara. Se stai annegando nel dilemma morale, sappi che per il malgascio che vive di questo lavoro si tratta di un lavoro di dignità pari a qualunque altro. Un uso delle proprie energie per un corrispettivo di denaro. E, ci raccomandiamo, negoziate sempre il prezzo prima di salire sul mezzo.
Fare un bagno in uno dei mari più belli del Mondo: nella parte sud occidentale dell’isola, sulla Costa Vezo, si trovano meravigliose e lunghe spiagge di sabbia bianca e un mare con sfumature di colore tra il verde e il turchese con lunghi tratti di barriera corallina. Al largo della costa nord occidentale, la baia di Nosy Be ha spiagge orlate da palme e svariati centri di immersione. Da Nosy Be si raggiungono altri splendidi paradisi, come il Parco marino di Nosy Tanikely, con la sua coloratissima e vivace barriera corallina a pochi metri dalla spiaggia; oppure Nosy Iranja, costituita da due isole che durante la bassa marea sono collegate da una striscia di sabbia bianca.
Per citare solo alcuni degli altri paradisi malgasci: arcipelago delle isole Radama, quello delle isole Mitsio, l’isola di Sainte Marie (Nosy Boraha).
Scendere il fiume Tsirihibina: la discesa del fiume, navigabile da Miandrivazo a Belo Tsirihibina (2 giorni con una barca a motore o 3 giorni in piroga a remi), è un itinerario avventuroso con pernottamenti in tenda a igloo sulle sponde del fiume e pasti cucinati al campo.
Immergersi con gli squali balena
Il Madagascar presenta caratteristiche uniche in ogni sua area e tantissime zone naturalistiche, ma anche città, uniche da visitare. Eccone alcune:
Questa regione è abitata principalmente da etnie Antakarana e Sakalava. È caratterizzata da un’enorme varietà di habitat, paesaggi, parchi nazionali e siti turistici. In questa regione vale la pena visitare:
Parco de La Montagne Ambre, ad un’altitudine compresa tra 850 e 1.400 metri, in cui la foresta è densa e umida con un alto tasso di endemismo.
Tsingy Rouge, spettacolari formazioni rocciose di origine carsica che fuoriescono dal terreno e si colorano di rosso per l’elevato contenuto di laterite che si trova nel sottosuolo. Gli Tsingy si possono trovare in diverse regioni del Madagascar e coprono vaste distese di calcare e rocce friabili composte da conchiglie fossilizzate.
Parco de l’Ankarana in cui, camminando, raggiungi una grande area dove si trova un massiccio montuoso di origine carsica che l’erosione nel tempo ha modellato creando migliaia di guglie. All’interno nel parco si trovano vari tipi di foresta, tra cui spicca quella decidua, grotte e fiumi sotterranei.
In questa vasta regione sono racchiusi habitat molto differenti tra loro. Il clima cambia spostandosi verso sud diventando via via più secco e condizionando in tal modo i paesaggi, la flora e anche le attività umane. In quest’area vale la pena visitare:
il Parco Nazionale di Ranomafana che ospita una importante foresta umida di montagna, habitat di molte specie di flora e fauna endemiche.
La piccola e deliziosa Riserva Naturale di Anja, dove verranno ad accoglierti i Maki Catta, i lemuri dalla coda ad anelli.
Il magnifico Parco dell’Isalo, un massiccio roccioso che il fenomeno dell’erosione dovuto agli agenti atmosferici e al tempo hanno modellato con rocce dalle forme singolari e che si erge al disopra di una immensa prateria che nella stagione secca si colora di giallo in un bellissimo gioco di contrasti di colore.
All’interno del Parco dell’Isalo riserve d’acqua che si trovano nel sottosuolo formano canyon rigogliosi e piscine naturali.
Qui si incontrano anche una miriade di villaggi di diverse etnie.
Qui le frequenti piogge hanno dato vita a foreste pluviali molto estese, alcune delle quali si trovano in aree piuttosto remote come quella di Cap Masoala di difficile accesso e che vanta dunque ancora foreste primarie inaccessibili all’uomo.
In questa regione si alternano laghi e un ramificato sistema di canali naturali e artificiali di acqua dolce che arriva in alcuni punti molto vicino al mare, creando un habitat di acqua salmastra ideale per la proliferazione della foresta di mangrovie. Questa area è denominata “Canali di Pangalanes” e per diversi tratti i canali sono navigabili con barche a motore e piroghe. Anticamente questo era un rifugio ideale delle navi dei pirati. La ramificazione dei canali gli permetteva di sfuggire alla caccia, di sbarcare a terra e rifornirsi di generi alimentari e acqua dolce. E sull’isola di Sainte Marie c’è tuttora un piccolo cimitero dei pirati.
In questa regione vale la pena vistare l’isola di Sainte che, grazie al suo clima, ospita una vegetazione lussureggiante ed è circondata da belle spiagge orlate da palme da cocco.
Negli altipiani centrali puoi far visita ad alcune etnie come quella dei Merina.
Un altro motivo per visitare questa regione è percorrere i diversi itinerari che si snodano a partire dalla città costiera di Morondova, non facilmente raggiungibile a meno di una buona organizzazione e della volontà di affrontare il percorso su piste.
La principale attrazione qui è il Parco Tsingy de Bemaraha, unico nel suo genere e classificato Patrimonio dell’Umanità. È un grande massiccio di origine carsica che si estende per circa 100 km, scolpito dal fenomeno dell’erosione in modo davvero singolare, frastagliato con guglie (in malgascio tsingy, da cui il nome) alte centinaia di metri, appuntite e affilate, con profondi canyon. Il clima è secco per molti mesi all’anno, ma la vita della flora endemica è possibile grazie a fiumi sotterranei che scorrono attraverso grotte.
All’ora del tramonto fatti trovare pronto ad ammirare uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire sulla famosa ‘Avenue du Baobab’.
Questa regione regala itinerari decisamente affascinanti al di fuori delle rotte turistiche tradizionali, per i paesaggi e i villaggi remoti. È la zona ideale per i più avventurosi, in cui serve spirito di adattamento e resistenza a lunghe tappe su piste dissestate. Ma una volta arrivati sulla Costa Vezo, si può trascorrere qualche giorno di mare per riposarsi.
Antsirabe: è considerata la capitale dell’artigianato malgascio, infatti, a 1.500 metri di altitudine, i locali producono bellissimi oggetti di uso quotidiano e decorativi utilizzando materiali di ogni genere: corno di zebù, legno, cuoio, fibre vegetali, metalli… In virtù delle sue sorgenti termali e minerali, è conosciuta anche come “Città d’acqua”, quindi fermati ad uno dei centri termali per rilassarti un po’ prima di ripartire.
Regione di Fianarantsoa: è conosciuta per i suoi vigneti, per la sua piantagione da tè, l’unica del Paese, per il Savika (la locale lotta a mani nude con uno zebù), e come punto di partenza per sperimentare un viaggio su un treno d’altri tempi: il treno Fianarantsoa Costa Est, che ti porterà attraverso foreste inesplorate e paesaggi da togliere il fiato, con diciassette fermate anch’esse tutte pittoresche.
I particolarissimi Tsingy Rouge
È curioso che in lingua malgascia il verbo mangiare si traduca con la parola “mangiare–riso”, perchè in questa bellissima isola si mangia molto più che solo riso.
La cucina tradizionale è basata sull’utilizzo del riso come accompagnamento ai piatti di carne, molto saporita, pesce e legumi.
È molto diffusa la carne di zebù o di pollo ma anche coniglio, anatra e capra. Il maiale non è così diffuso per via della religione che non lo permette, ma viene regolarmente servito nei ristoranti della capitale.
Il Madagascar produce frutta tropicale saporitissima, come il mango, il mangostano, il litchi.
Sulle spiagge delle località principali, Nosy Be, Antsiranana, Toliara e Anakao, assaggerete pesce e frutti di mare appena pescati, grigliati e preparati direttamente in spiaggia.
Lungo le coste c’è l’abitudine di cucinare con condimenti come latte di cocco, vaniglia o chiodo di garofano. Da provare!
Tra i più famosi piatti malgasci citiamo:
Lasary Votabia (pronuncia: Lassàr Votabì) o Rougail: è un contorno composto da pomodori a pezzetti con cipolla tagliata finemente e prezzemolo, il tutto bagnato da succo di limone.
Achards (pronuncia: Ashàr): generalmente mango o limone sottaceto che si aggiunge al piatto principale come condimento.
Maskita: carne di zebù marinata e cotta allo spiedo. Da accompagnare con un bicchiere di birra locale.
Non solo riso
Qual è il periodo migliore per visitare il Madagascar?
Il clima in questo Paese varia molto a seconda delle differenze di altitudine e della zona geografica.
Generalmente vi sono due stagioni: l’estate, umida e calda, che va da novembre a marzo/aprile, in cui alcune zone possono essere colpite da violenti cicloni e l’inverno fresco e più secco da fine aprile a ottobre.
Potremmo azzardare che il periodo migliore per visitare il Madagascar è da luglio a settembre. Il clima è perfetto perché le piogge sono lontane e le giornate sono calde e gradevoli sia per stare in spiaggia che per visitare i parchi, compreso l’Isalo, notoriamente afoso.
Il periodo ideale però dipende sempre da cosa vuoi fare.
Da gennaio a marzo è il momento migliore per esplorare il sud, conoscere fauna e flora e fare incredibili foto di tramonti. La foresta spinosa del sud con i baobab in fiore è uno spettacolo imperdibile. Il percorso dovrà essere studiato bene per evitare le abbondanti piogge ma ne varrà la pena.
Tra aprile e giugno cessano le piogge e i turisti sono ancora pochi. Ideale per fare visite evitando l’affollamento tipico dell’alta stagione.
Ottimo periodo anche per visitare i parchi, avvistare i lemuri, ma anche serpenti, camaleonti e l’unica specie di coccodrillo presente sul territorio, il “coccodrillo del Nilo”.
Inoltre la flora malgascia è al suo massimo splendore dopo le piogge.
Da luglio a settembre è il periodo migliore per avvistare le balene che in questi mesi si trasferiscono qui per partorire.
Questo è il periodo perfetto anche per le immersioni, per stare in spiaggia, per visitare i parchi.
Ottobre: vale la pena andare in Madagascar solo per vedere i cuccioli dei lemuri. Diverse specie di lemuri avranno partorito a settembre, quindi a ottobre puoi vedere i piccoli abbracciati alle madri oppure che scorrazzano in giro.
Da ottobre fino alla metà di dicembre è il periodo migliore per gli amanti della fauna selvatica e per itinerari alla scoperta di camaleonti e gechi.
Per gli amanti di kite e windsurf il Madagascar è un paradiso da aprile a novembre, in cui il 95% dei giorni è ventoso nel nord dell’isola.
Naturalmente cosa mettere in valigia per un viaggio in Madagascar dipende da quali attività farai e, soprattutto, dal periodo in cui andrai.
Di seguito qualche indicazione su cosa non deve assolutamente mancare.
Il clima e le temperature in Madagascar variano notevolmente a seconda dell’altitudine.
Nella zona degli Altopiani Centrali, e in generale ad altitudini superiori agli 800 mt, durante la stagione invernale (da giugno a settembre) le temperature nelle ore notturne e alla mattina presto sono piuttosto fredde (7/12° C), nelle ore diurne e soleggiate comprese generalmente tra i 18 e 22° C.
Nelle zone costiere le temperature sono sempre comprese tra i 24°C e 30°C di giorno.
Quindi consigliamo in generale un abbigliamento pratico sportivo e informale (nessun hotel richiede abiti eleganti), una giacca o un maglione pesante (in pile o in lana), una giacca impermeabile, scarpe chiuse con suola antiscivolo, pantaloni lunghi e un cappello per ripararsi dal sole.
Non dimenticarti la crema solare!
Porta anche delle torce con batterie di scorta perché i black out possono essere frequenti.
Continente: Africa
Capitale: Antananarivo
Lingua: la lingua ufficiale è il malgascio; il francese è conosciuto solo nelle città; la lingua italiana e inglese viene parlata solo da alcune guide e dal personale di alcuni hotel.
Moneta: Ariary
Corrente e prese: prese con due poli e senza messa a terra, come quelle europee. La corrente elettrica in uso è a 220 volts; Negli alberghi che funzionano a pannelli fotovoltaici potreste non avere a disposizione prese in camera o potrebbero avere una potenza limitata a pochi watt.
Per informazioni aggiornate e dettagliate visitare www.viaggiaresicuri.it
Porta con te spirito di adattamento ma anche la voglia di stupirti.